Di fatto la sperimentazione del vaccino anti-COVID19 è iniziata nell’estate del 2020 e quindi non si può conoscere ancora l’efficacia a lungo termine dei vaccini stessi. Quindi al momento non è dato sapere con certezza se e quando sarà necessaria una dose di richiamo del vaccino.
Cosa dicono gli esperti a proposito della terza dose di richiamo dopo il vaccino anti-COVID19?
Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha riferito in conferenza stampa che “la previsione è che si vada verso una situazione endemica del virus SarsCoV2. Il tema dei richiami è all’attenzione ed è un’ipotesi allo studio: si sta valutando la durata della copertura immunitaria e stiamo inoltre monitorando le varianti del virus… Dobbiamo dunque essere pronti ad utilizzare eventualmente dei richiami, o in maniera estesa o per determinate categorie di persone”.
Kate O’Brien, direttrice del Department of Immunization, Vaccines and Biologicals della World Health Organization (WHO), ha dichiarato che ancora non ci sono dati sufficienti a prendere una decisione sulla necessità o meno di effettuare una dose di richiamo del vaccino. La WHO sta formando un gruppo di esperti che valuterà l’efficacia del vaccino su tutte le varianti e schedulerà il calendario vaccinale di conseguenza.
Peter Marks, direttore dell’ FDA’s Center for Biologics Evaluation and Research, ha dichiarato che verosimilmente sarà necessaria una dose di richiamo, che possa coprire più efficacemente anche le varianti nuove eventualmente circolanti, a circa un anno di distanza dalla seconda dose. E della stessa opinione è anche Anthony Fauci, direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, che ha aggiunto che bisognerà valutare l’opportunità di una terza dose alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno, sulla base dell’incidenza di nuovi focolai di infezione e del numero di vaccinati che dovessero contrarre il coronavirus.
La Gran Bretagna, da subito pioniera in termini di campagna vaccinale, ha annunciato l’avvio di una sperimentazione sull’efficacia di un terzo richiamo del vaccino anti Covid in previsione dell’autunno.
Cosa dicono le case farmaceutiche a proposito della terza dose di richiamo dopo il vaccino anti COVID 19?
Il CEO di Pfizer Albert Bourla ha dichiarato che potrà essere necessaria una dose di richiamo dai 6 ai 12 mesi dopo il completamento del ciclo vaccinale, secondo gli studi che sta portando avanti la sua società. Mentre il CEO di BioNTech Ugur Sahin ha dichiarato che 8 mesi potrebbero essere il tempo giusto per un richiamo dopo la seconda dose, perché quello sembra essere il momento nel quale c’è un declino nella carica anticorpale. Sahin sostiene che questa dose di richiamo potrebbe permetterci una protezione maggiore e di più lunga durata.
Il CEO di Johnson & Johnson Alex Gorsky ha dichiarato che verosimilmente sarà opportuno effettuare ogni anno un vaccino contro il Coronavirus per contrastare le varianti che potrebbero emergere nel tempo, analogamente a quanto si fa per il virus dell’influenza stagionale.
Il CEO di Moderna Inc Stephane Bancel punta a produrre un nuovo vaccino per il periodo autunnale che copra al meglio anche la variante identificata per la prima volta in Sud Africa e prevede che saranno necessari richiami periodici.
Il Presidente di Moderna Stephen Hoge ha aggiunto che verosimilmente i richiami saranno necessari per mantenere alta l’immunità personale e di gregge, anche perché circa il 30% della popolazione negli USA non vuole vaccinarsi e quindi il virus continuerà a circolare.
In sostanza è ancora presto per sapere con certezza se e quando sarà necessario effettuare una dose di richiamo della vaccinazione anti-COVID19. Molto dipenderà dalla rapidità e dall’estensione della campagna vaccinale in corso e dall’eventuale sviluppo di varianti virali non coperte dai vaccini attualmente in commercio. Potremmo immaginare una situazione di diffusione del virus SarsCoV2 simile a quella dell’influenza stagionale, virus per il quale ogni anno si sviluppano dei vaccini mirati alle categorie più fragili. Nel frattempo i governi e le case farmaceutiche si stanno tenendo pronti per fronteggiare un eventuale rebound dell’epidemia nel periodo autunnale.